GIOACCHINO ROSSINI Pesaro 1792 - Passy 1868
Nato a Pesaro il 29 febbraio 1792, figlio di un suonatore di tromba e di una cantante d'opera, Rossini prese lezioni di musica a Lugo, da Giuseppe Malerbi, ma completò la sua educazione a Bologna, dove la famiglia si trasferì nel 1804 e dove studiò con Tesei e con il deputato Mattei. Nel 1810 Rossini non ha, come si dice, più nulla da imparare, e ce lo dimostrano non solo le molte composizioni strumentali e sacre che ha già scritto, ma l'esordio operistico al S. Moisè di Venezia con La Cambiale di matrimonio, un atto comico di estrema maturità stilistica. Ormai lanciato, rappresenta una nuova opera comica l'anno successivo L'Equivoco stravagante e nel 1812 ne fa rappresentare sei, fra cui una seria Ciro in Babilonia di accuratissima fattura, e La Pietra del paragone che segna l'esordio alla Scala e che costituisce il primo capolavoro. I due anni successivi contano altre pagine notevolissime, sia nel genere buffo L'Italiana in Algeri, 1813; Il Turco in Italia, 1814) che in quello serio Tancredi, 1813; Aureliano in Palmira, 1813); ma nel 1815 Rossini accetta dall'impresario Barbaja un vantaggioso contratto, che lo obbliga a scrivere opere serie per i teatri napoletani. Si stabilisce a Napoli, e la sua produzione comica rallenta. Ma se il 1815 è l'anno di due notevoli affermazioni nel genere serio, Elisabetta regina d'lnghilterra e Torvaldo e Dorliska, portate al successo da Isabella Colbran (dal 1822 moglie di Rossini), il 1816 vede la nascita del capolavoro comico, Il Barbiere di Siviglia. In questo stesso genere comico, scriverà poi ancora solo due opere, e cioè La Gazzetta (1816) e La Cenerentola (1817), felice conclusione di una parabola creativa che ha dato all'opera buffa italiana i suoi più alti capolavori. L'attività nel genere serio e semiserio continua invece instancabile e con notevoli successi: Otello (1816), La Gazza ladra. (1817), Armida (1817), Adelaide di Borgogna (1817), Mosè in Egitto (1818), Ricciardo e Zoraide (1818), Ermione (1819), La Donna del lago (1819), Bianca e Faliero (1819), Maometto il (1820), Matilde di Shabran (1821), Zelmira (1822), e infine Semiramide (1823), ultima opera scritta per un teatro italiano. Ormai la fama di Rossini ha varcato le Alpi, e le sue opere sono richieste in Inghilterra, in Austria, in Francia; qui accetta la carica di direttore del Teatro Italiano di Parigi, e inizia una nuova esperienza creativa, uniformandosi a quel gusto operistico. Nel 1825 inaugura la sua attività parigina con una cantata, Il Viaggio a Reims; le due opere successive sono rifacimenti: Le Sièe de Corinthe (1826, dal Maometto II) e Moise ei Pharaon (1827, dal Mosè in Egitto. Nuove sono invece Le Comte Ory (1828) del genere opera comique, e il Guillaume Tell (1829) del genere grand'opera. Negli anni successivi Rossini viaggia molto, si interessa della musica nuova, ha una nuova compagna, Olimpia Pelissier (che sposerà nel 1846), ma non scrive più per il teatro. Forse una causa della rinuncia è da vedere nella grave malattia nervosa che durò fino al 1857; ma fu anche in parte una scelta volontaria. Negli ultimi anni Rossini scrisse solo pagine pianistiche, e musica sacra, fra cui lo Stabat Mater e la Petite Messe Solemnelle. La sua casa parigina era diventata un centro di mondanità e di cultura musicale, e tutti gli artisti che si recavano a Parigi, compreso Verdi, si fecero un dovere di andare a visitare il vecchio Rossini. Morì a Passy, nei dintorni di Parigi, il 13 novembre 1868.
Gioacchino Rossini: la vita
Le sue opere principali: Elisabetta, regina d'Inghilterra
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